Negli
ultimi anni del secolo scorso, a seguito del massacro
dei cuccioli di foca perpetrato in Canada per la predazione
della pelliccia, in molti Paesi del mondo l'importazione
delle pelli è stata regolamentata e permessa
esclusivamente se certificata proveniente dalla caccia
alimentare.
Nonostante questa normativa venisse, e venga tutt'oggi,
rigidamente rispettata le associazione ambientaliste
hanno continuato a boicottarne il commercio.
Il mercato delle pelli di foca si è così
definitivamente chiuso e la quasi totalità degli
abitanti di Ammassalik ha gravi problemi di sopravvivenza.
Cosicché molti cacciatori anziani, e anche molti
giovani, per cercare un lavoro abbandonano i villaggi
di origine sparsi lungo i fiordi e si trasferiscono
a Tasiilaq, che rappresenta per loro la 'grande città'
con il maggior numero di occasioni lavorative.
Ma anche qui le particolari condizioni climatiche e
ambientali permettono esclusivamente una debole economia
di sussistenza: né coltivazioni, né allevamento,
ma ancora solo caccia alla foca e pesca.
Così
pochissimi trovano un'occupazione. Agli altri non resta
che trasferirsi ad ovest, nelle grandi città
di Nuuk e di Sisimiut, trasferimento che comunque non
sempre garantisce un lavoro, oppure vivere con il sussidio
di disoccupazione.
Queste consapevolezze: emigrazione con conseguente sradicamento
dal proprio luogo di origine e dagli affetti famigliari,
disoccupazione e umiliazione per il sussidio, originano,
specialmente fra le giovani generazioni, numerosi problemi.
Depressione e un tasso di suicidi paurosamente alto
sono così all'ordine del giorno.
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