Le
'case di terra'
Fin
verso la fine degli anni '70 del secolo scorso, molti
degli inuit di Ammassalik vivevano ancora nelle "case
di terra" esattamente come per centinaia di anni
avevano vissuto i loro Antenati.
L'ultima è stata abbandonata dai suoi abitanti
nel 1982 e le rovine sono ancora visibili in località
Itimini.
1967
- F.to J.Robert-Lamblin - La 'casa di terra'
in località Itimini
Erano
costruzioni parzialmente interrate, con i muri in pietra
e il tetto in zolle di muschio e di torba sostenute
da costole di balena e tronchi d'albero spiaggiati.
Avevano dimensioni di sei/sette metri di lunghezza,
per cinque/sei di larghezza, alte poco meno di 2 e alcune
arrivavano ad ospitare fino a 25 persone, tutte appartenenti
al medesimo nucleo famigliare.
All'interno le pareti erano coperte da pelli di foca
e d'orso che creavano un ambiente abbastanza caldo.
Intorno alle pareti era sistemata una piattaforma dove
sedevano e dormivano le famiglie.
Il
concetto di 'casa' intesa come ambiente duraturo,
protetto, trascendeva le quattro mura dell'abitazione
invernale in pietra o le pelli di foca che racchiudevano
lo spazio domestico estivo e si allargava ad abbracciare
tutto l'ambiente circostante.
'Casa' quindi erano il fiordo, il picco che si passava
ogni inverno in slitta, il prato su cui si camminava
in estate, mentre la tenda e l'abitazione in pietra
erano solamente dei punti di appoggio temporanei.
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