La
spiritualità
Nel
pantheon Inuit non esistevano divinità da pregare
e a cui chiedere favori ma solo forze soprannaturali
preposte a governare i cicli della terra e dell'universo.
Di tutte loro l'Inuit aveva profondo rispetto e ne
osservava attentamente le manifestazioni per capirne
la volontà e vivere secondo natura.
La
visione del mondo non faceva distinzione fra esseri
umani e animali, era forte la coscienza che tutti
i viventi possiedono un'anima e un'intelligenza che
induce al reciproco rispetto e che l'uomo partecipa
al mondo né più ne meno di tutti i viventi
che lo popolano, senza dominarli.
La
caccia, azione fondamentale per la sopravvivenza,
rappresentava un atto sacro e di reciprocità
fra l'uomo e l'animale. Se praticata senza incutere
sofferenza e nel rispetto dell'animale cacciato esso
stesso,una volta reincarnatosi, si sarebbe ripresentato
al medesimo cacciatore dandogli la sicurezza di sopravvivere
nel tempo lui e la sua famiglia.
La certezza di essere assistiti dalla natura in virtù
del rispetto sempre rivoltole usando con saggezza
le risorse della terra e del mare ha plasmato una
popolazione che non si è mai lasciarsi andare
allo scoramento ed ha sempre affrontato con buonumore,
estrema dignità e condivisione delle poche
risorse i momenti difficili della vita.
Nonostante
le enormi pressioni esercitate dalla cultura occidentale,
questa visione del mondo e della caccia perdura ancora
oggi faticosamente fra gli abitanti di Ammassalik
e costituisce una fonte di scontro fra loro e gli
ambientalisti occidentali.
In Ammassalik la caccia alla foca è ancora
oggi fondamentale per la sopravvivenza.
|