A
partire dal 15.000 B.P. popolazioni nomadi di origine
asiatica attraverso lo Stretto di Bering raggiunsero
i territori più settentrionali del continente
americano, le coste dell'Alaska, del Canada e della
Groenlandia.
Nel corso di migliaia di anni varie migrazioni si
alternarono, si sovrapposero e scomparvero.
Intorno
al 1500 B.P. fece la sua comparsa una nuova migrazione,
chiamata di 'Thule' (località della Groenlandia
nordoccidentale dove ne furono trovati per la prima
volta i resti archeologici) che, partita dall'Alaska,
nell'arco di poche generazioni arrivò fino
alla Groenlandia e ne popolò le due coste.
Di
tutte quelle che la precedettero quella di Thule fu
la migrazione più altamente tecnicizzata e
più perfettamente attrezzata per muoversi e
vivere nell'ambiente artico.
I
Thule conoscevano l'arco corto di origine mongola,
possedevano perfettamente le tecniche di fabbricazione
degli arpioni e della caccia in gruppo.
Il qajaq, l'umiaq,
la slitta trainata dai cani furono
gli strumenti del loro successo in un ambiente dominato
dalla neve, dal ghiaccio e dall'acqua.
Grazie
alla tecnicizzazione raggiunta misero a punto una
serie di utensili e di oggetti specifici per ogni
tipo di caccia, sia ai volatili che ai mammiferi marini
e terrestri, soprattutto orsi polari e balene, e di
pesca, mentre la perfetta percezione dell'ambiente
e l'intuizione di costruire abitazioni interrate adatte
a mantenere il calore consentì la sopravvivenza
con temperature ben al disotto dei 40°.
Nella
quotidianità utilizzavano coltelli in osso
o pietra innestati su di un manico in legno, raschiatoi
con la lama a forma di mezzaluna per pulire le pelli,
il trapano ad arco per accendere il fuoco, occhiali
con strette fessure per proteggere gli occhi dal riflesso
del sole sulla neve.
Le pentole per cucinare e per riscaldare il cibo erano
in pietra di steatite, facile da scavare. Pietre arroventate
sul fuoco venivano utilizzate per bollire l'acqua
e arrostire i semi.
A partire dall'anno 1000 migliorarono la propria tecnologia
ideando più performanti strumenti in pietra,
punte di arpione in osso o avorio e includendo utensili
in ferro estratto dal grande meteorite di Capo York
nel nord ovest della Groenlandia.
La
cultura di Thule scomparve assimilata dal mondo moderno
quando nell'artico incominciarono ad arrivare i primi
posti commerciali europei.
Alla fine dell'800 pareva non esistesse più
una popolazione genuinamente 'Thule', quando, nel
1884, Gustav Holm approdò ad Ammassalik.
Era
così giunta fino ai giorni nostri, mentre tutto
il resto dell'artico era 'occidentalizzato', una nicchia
umana portatrice di una antica cultura ricca di miti,
leggende, memorie che si ritenevano scomparse per
sempre.
I
Thule
erano gli antenati dei moderni Inuit. Gli Inuit di
oggi ne sono i diretti discendenti. Sono le popolazioni
che in passato venivano chiamate 'eschimesi'.
Nel
1977, la Conferenza Inuit Circumpolare (ICC), che
rappresenta i 150.000 nativi dell'Alaska, del Canada,
della Groenlandia e della Chukotka, ha adottato ufficialmente
il termine Inuit (che significa 'uomo') in
sostituzione di eschimese e ha chiesto al
mondo di usarlo quando si parla di loro.
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